Fate sempre attenzione alle email che vi arrivano, specialmente se non attese, ed evitate di cliccare su possibili link o aprire allegati.
Si tratta di consigli abbastanza ovvi, ma che non tutti tengono sempre sott’occhio, magari per via della curiosità.
Il problema, al di la di questi consigli, è che vi è un nuovo virus in circolazione.
Si chiama “Cryptolocker” e viaggia per email. Secondo uno scenario ormai collaudato, l’ignaro utente riceve sulla propria casella di posta elettronica un messaggio che fornisce indicazioni su presunte spedizioni a suo favore, oppure contenente un link relativo ad un acquisto effettuato on line a anche da altri servizi. Cliccando sul link oppure aprendo l’allegato, solitamente un documento in formato pdf, viene iniettato il virus che immediatamente cripta il contenuto delle memorie dei computer, anche di quelli eventualmente collegati in rete.
E poi cosa succede? Poi è la fine dei giochi.
Una volta scattata la trappola, scatta anche il ricatto dei criminali informatici che richiedono agli utenti, per riaprire i file e rientrare in possesso dei propri documenti, il pagamento di una somma di alcune centinaia di euro in “bitcoin” a fronte del quale ricevere via email un programma per la decriptazione.
Intanto però arriva una buona notizia, sempre sul tema, dal mondo accademico. È stato presentato questa mattina al Viminale il Centro di studi e ricerche sul cyber crime (Crcc), un progetto di collaborazione tra il Dipartimento di Pubblica Sicurezza e il mondo accademico e della ricerca per promuovere attività di formazione, specializzazione e perfezionamento del personale della polizia e dall’altro dare impulso ad attività di ricerca di strumenti tecnologicamente più avanzati per essere al passo delle nuove frontiere della criminalità informatica.
Una buona notizia.
Sheila Ford – Share (Long Version)